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Le Origini

L’origine della caccia a cavallo è lontanissima. I primi uomini che salirono in groppa a un cavallo lo fecero per inseguire e catturare un animale per il sostentamento proprio e della propria tribù.
Da allora il cavallo fu uno degli animali domestici più importanti. Con la sua resistenza nel trasporto di cose e persone fu fondamentale nella nostra storia fino all’invenzione del motore, che sostituì la forza meccanica alla forza animale, con tutte le conseguenze ecologiche che conosciamo oggi.
Le prime norme che hanno regolato le cacce in Europa risalgono al ‘500 con i Savoia. I re di Francia presto le adottarono con poche varianti e col tempo arrivarono in Inghilterra, dove nel ‘700, grazie al duca di Beaufort, nacque la caccia a cavallo moderna.

1840 - 1900

In Italia la prima società di caccia a cavallo fu fondata a Roma nel 1842 dal principe Odescalchi con la muta portata dall’Inghilterra dal conte di Chesterfield.
Sulla scorta dell’esperienza romana, fu fondata nel 1882 dal conte Feliche Scheibler la Società Milanese per la Caccia a Cavallo. Il canile aveva sede a Rho presso la villa del fondatore e le riunioni si tenevano nelle brughiere di Camnago, Senago, Misinto, Carimate e in genere in tutte le zone boscose e incolte dell’alto milanese.
In seguito il canile fu portato a Villa Mirabello in Crenna e anche le zone di caccia si spostarono un poco più a nord, nelle brughiere di Gallarate, Ferno e Somma Lombardo, sede quest’ultima delle esercitazioni militari della cavalleria, nella piana oggi occupata dall’aeroporto della Malpensa.

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1900 - 1915
Poesia alla muta pagina la storia

Dall’inizio del ‘900 fino alla prima guerra mondiale Master della Società fu il conte Durini che estese i territori di caccia oltre il Ticino, sulla sponda piemontese: Cameri, Mezzomerico, Varallo Pombia, Comignago, Briona, Suno, Cureggio furono i nuovi appuntamenti settimanali. Frequentatore allora delle cacce della Società Milanese fu anche Gabriele d’Annunzio, provetto cavaliere, che dedicò una sua poesia alla muta della società.
In quelle epoche si cacciavano volpi ma anche lepri e a volte daini. Nel 1910 iniziarono i primi esperimenti di draghunting, ossia di caccia simulata, ma si dovrà attendere ancora oltre mezzo secolo per veder prevalere questo metodo incruento di caccia.

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1915 -1940

“Prima della grande guerra il canile fu trasferito a Sesto Calende nella splendida antica cascina bianca e rossa, fino a pochi anni fa ancora visibile sulla destra del Sempione tra il casello autostradale e l’abitato di Sesto.” Dopo l’interruzione bellica fu Master il marchese Gaetano Litta Modignani che resse le sorti della Società fino all’inizio della seconda guerra mondiale.
I migliori nomi della nobiltà e dell’imprenditoria milanese di allora - dai numerosi membri della famiglia reale a Pirelli, Crespi, Belloni, Ponti, Badini - si ritrovavano per gli appuntamenti di caccia del giovedì e della domenica e per le annuali gare di cross, che si tenevano nella zona della Malpensa nei pressi di Somma Lombardo o del Vigano nei pressi di Vergiate.

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1940 - Oggi

Le cacce ripresero nel 1946 grazie a Piero Pirelli, Emilio Badini e Piero Prinetti che affidarono la mastership a Enrico Luling Buschetti che gestì l’attività sportiva fino al 1969 quando, con una certa sorpresa e anticipazione dei tempi, chiamò a sostituirlo una giovane e valente amazzone: Anna Prinetti Castelletti al cui entusiasmo ed energia si devono l’impostazione e il successo attuale della Società Milanese. Giovanni Battista Litta Modignani, nipote dell'ultimo Master prima della grande guerra, sostituì Anna Prinetti Castelletti fino al 2021 quando lasciò il ruolo a Leopoldo Cicogna Mozzoni attuale Master.
A causa della crescente urbanizzazione del territorio, le zone di caccia sono andate allontanandosi da quelle originarie. Grazie alla disponibilità e collaborazione di tanti soci è stato possibile trovare nuovi ambienti ancora selvaggi e incontaminati, soprattutto nel basso novarese (Carpignano, Sizzano), nel biellese (Candelo) e in Lomellina, forse il territorio in assoluto migliore con il fondo sabbioso e i tanti corsi d’acqua (Scaldasole, Breme, Ferrera Erbognone, Ottobiano, Mezzana Bigli). A volte la Società Milanese organizza incontri in unione con altre società come, tra i più recenti: Solferino della Battaglia e Pizzighettone con la Società Bresciana e qualche anno fa Maser, nei pressi di Treviso, con la società Mitteleuropea.
Recentemente si sono tenuti dei raduni nazionali di tutte le società di caccia italiane, il primo nel 2019 a San Benedetto Po (Mantova), poi nel 2021 a Sabbioneta (Mantova), entrambi organizzati dalla società Gonzaga-Estense, e il terzo a Scaldasole (Pavia) nel 2022 organizzato dalla nostra società.
La Società Milanese conta oggi circa cento soci e di questi circa una cinquantina caccia regolarmente.
Si tengono 22-24 cacce all’anno - sempre di domenica - divise tra la stagione primaverile (da fine febbraio a metà maggio) e la stagione autunnale (dall’inizio di ottobre alla domenica prima di Natale).
Ogni stagione vede la partecipazione di 300 cacciatori per complessive circa 600 presenze in un anno.

Ulteriori e più dettagliate notizie si possono trovare nel volume “I CANI, I CAVALLI E…LA VOLPE?” disponibile presso la segreteria della Società Milanese per la Caccia a Cavallo.

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